Rapporti di Sicurezza
Il Rapporto di Sicurezza (RdS) dev'essere articolato secondo l'Allegato C al D.Lgs. 105/15 (che si riporta in allegato). Si compone di 6 Capitoli.
Nei capitoli A e B si richiedono notizie ed informazioni sul sito, sulle installazioni o impianti, sui processi e sulle sostanze pericolose presenti o che possono svilupparsi nell’ambito dei processi, anche in caso di incidente.
Nel capitolo C si richiedono informazioni sull'esperienza storica in installazioni analoghe, sulle caratteristiche delle reazioni svolte, sulle condizioni meteo, geologiche e idrogeologiche, sismiche e cerauniche, sulle analisi e valutazioni svolte, sui criteri e misure di prevenzione e protezione, sui riferimenti progettuali e standards di riferimento. In particolare sono richieste:
- l’esposizione dei criteri e metodi adottati per l’analisi,
- l'indicazione della frequenza attesa e la descrizione delle ipotesi di incidente individuate,
- la valutazione delle possibili conseguenze degli scenari incidentali che possono verificarsi
- l’elencazione delle cautele e misure di sicurezza presenti, sia con riferimento agli aspetti impiantistici che procedurali,
- le informazioni sugli standards e normative seguite nella progettazione e conduzione dei processi.
Nel capitolo D vengono richieste informazioni relative agli apprestamenti previsti per le condizioni di emergenza, con particolare dettaglio per la prevenzione incendi e la gestione dell’emergenza (si rileva che il RdS preliminare può configurarsi, se completo, come documentazione per il parere di conformità sul progetto - esame progetto - mentre il RdS definitivo sostituisce la SCIA).
Nel capitolo E sono da inserire le notizie relative agli impianti di trattamento o abbattimento di reflui liquidi e gassosi o di rifiuti pericolosi.
Infine nel capitolo F devono essere fornite informazioni sulle assicurazioni stipulate dall’azienda per quanto riguarda i danni e le conseguenze in caso di incidente.
Nel RdS sono applicate le seguenti metodologie.
Analisi Preliminare
Metodi indicizzati
Si adottano i metodi ad indice previsti per il tipo di attività secondo le seguenti norme:
- per i depositi di gpl si segue il Decreto del Ministero dell’Ambiente (D.M.A.) del 15/5/1996;
- per i depositi di liquidi infiammabili e/o tossici il metodo da applicare è definito dal D.M.A. 20/10/98;
- per tutte le restanti attività la metodologia da seguire è quella proposta nell’allegato II del DPCM 31/3/89; in alternativa, qualora non applicabile, si usa il DOW Index
- per attività in cui siano presenti sostanze classificate tossiche per l’ambiente acquatico si applica il metodo proposto nel rapporto APAT 57/2005.
Liste di controllo
Per attività o settori particolari, quali la pirotecnica, le galvaniche, magazzini di stoccaggio di prodotti fitosanitari, ecc. si applicano le liste di controllo pertinenti; tra quelle disponibili si citano:
- D.M.A. 5/11/97 sugli scali ferroviari
- Il pericolo di incidenti nelle attività galvanotecniche (Regione Piemonte)
- Linee guida per la distribuzione dell’ossido di etilene – CEFIC 2004
- H2O2 bulk storage guidelinea (CEFIC)
- La stabilità termica nella sicurezza dei processi chimici industriali (ANPA-APAT-ARPA Piemonte)
- Example risk assessment for warehouse (HSE UK)
- Safety Standard for explosives, propellants and pyrotechnics (NASA)
- ecc.
Analisi storica
Si inserisce nell’ambito del capitolo C e comprende sia l'analisi di dati termochimici disponibili in letteratura, sia quella di casi di incidente verificatisi in installazioni similari.
Più in particolare, consiste in un esame critico delle evenienze (incidenti e quasi incidenti) registrate nell’impianto in esame o in attività analoghe svolte in altri siti. Disponendo di informazioni sufficientemente complete di questi casi di incidente è possibile ricavare le indicazioni sui maggiori rischi potenziali e sulle azioni opportune per prevenire le cause ed il ripetersi della dinamica degli eventi; l’indicazione dell’entità degli effetti fornisce anche una misura del rischio potenziale associabile all’impianto.
L’analisi richiede un censimento dei casi storici che si effettua mediante ricorso a banche dati ed a letteratura specialistica.
Individuazione degli eventi incidentali ipotizzabili e valutazione della frequenza attesa
In questa fase si prevede l’applicazione di metodi finalizzati ad individuare le cause e le sequenze di eventi che possono originare un incidente, stimandone la frequenza attesa; in generale sono applicati i metodi definiti di seguito.
HazOp
Si applica secondo la specifica ARTES (con software AlbatrosII) individuando i nodi negli apparecchi o linee ove sono presenti le sostanze rientranti nel campo di applicazione del D.Lgs. 105/15 o dove siano ipotizzabili (in base all’analisi preliminare o all'esperienza storica) eventi incidentali.
Per la scelta di nodi riguardanti reattori si valuta prima la criticità della reazione secondo il metodo inserito in “La stabilità termica nella sicurezza dei processi chimici industriali” citato in precedenza. Allo scopo si usa un file in MSExcel messo a punto da ARTES.
Per l’eventualità di scoppio all’interno di apparecchi, a seguito di formazione di miscela infiammabile, occorre stimare la probabilità di presenza del campo di infiammabilità: allo scopo si applicano appositi fogli di calcolo mediante i quali si ottiene il valore che si inserisce poi nell’albero di guasto.
Stima affidabilistica
Consiste nel calcolo della frequenza attesa di rotture/forature in base al rateo ed al tempo di esercizio o numero di operazioni (per le tubazioni può essere considerata anche l’estensione).
Nella scelta del rateo per le tubazioni va tenuto in considerazione il DN e la dimensione del foro ipotizzato.
Nel caso di controlli periodici frequenti previsti da specifiche procedure è possibile utilizzare coefficienti di sicurezza secondo la metodologia o i criteri API RBI 581.
Albero di guasto (FTA)
E' svolta mediante applicazione del software AlbatrosII con utilizzo dei ratei di guasto o di rottura o delle probabilità di errore umano registrate nella Banca Dati Affidabilità.
Albero degli eventi (ETA o Event Tree)
Nel file di hazop previsto per AlbatrosII, al foglio “Note”, o nel file “Event.tree.xls” è inserito un tipico di albero degli eventi da utilizzare assieme alla tabella di riferimento.
Stima delle conseguenze connesse alle ipotesi incidentali
Si applicano anzitutto i modelli S.T.A.R. Safety Techniques for Assessment of Risk (vedere voce specifica).
Per evaporazione di pozze di liquidi all’interno di fabbricati di volume ridotto, laddove l’area della pozza è significativa rispetto al volume interno, si può usare un modello proposte dall'ente americano EPA.